Il sapone

parliamo di sapone… la storia, il sapone di marsiglia

Per comprendere appieno le differenze tra saponi e saponette “apparentemente” uguali bisogna imparare a leggere. Sembra una battuta, e in parte lo è, ma sotto sotto c’è molto di vero. Bisogna sapere come si fa un Sapone, con cosa si produce e cosa distingue un sapone da un altro. Il sapone si può produrre “a caldo” oppure “a freddo”. Il sapone conosciuto come “Sapone di Marsiglia” (in realtà nato in Italia come si può approfondire più avanti nella parte dedicata alla Storia del sapone) è prodotto “a caldo”.

Il metodo seguito per la lavorazione di questo sapone è antichissimo e tuttavia ancora valido e usato specie nella media e piccola industria saponiera. Perché avvenga la saponificazione occorrono GRASSI (che possono essere animali, vegetali, sintetici, petrolchimici) e ALCALI (soda e potassa caustica). Ovviamente per completare la produzione si utilizzano anche altri composti come principi attivi, profumi, coloranti, conservanti e/o antiossidanti. A seconda del tipo di GRASSO utilizzato, della modalità di LAVORAZIONE e della QUALITA’ degli ingredienti si ottengono SAPONI DIVERSI. Ci sono SAPONI SINTETICI, PETROLCHIMICI E NATURALI. Il sapone NATURALE può essere a base grassa ANIMALE (es. inci: sodium tallowate) o a base grassa VEGETALE (es. inci: sodium palmate, sodium palm kernelate, sodium cocoate); se il sapone è fatto solo con materia grassa VEGETALE, non solo è più prezioso per la pelle, ma risulta anche più costoso e sempre più apprezzato da fasce crescenti della popolazione che rifiutano prodotti cosmetici contenenti ingredienti animali.

Il fatto che il sapone sia vegetale non basta a fare la differenza, in quanto dipende da che tipo di olio/grasso viene utilizzato; ad esempio grassi “riciclati” o vecchi, in alternativa a grassi “vergini” danno luogo a un sapone scuro e maleodorante che il produttore camuffa con colori o sbiancanti (ad es. il TITANIUM DIOXIDE presente su molte etichette di saponi industriali) e profumi vari. La quantità del grasso incide poi sulla ricchezza del sapone e la sua potenziale aggressività: infatti la materia grassa dona l'”effetto crema” al sapone e neutralizza la parte alcalina del sapone (la soda) che se presente in forma libera aggredisce la pelle (è soda!!!), pertanto un sapone SENZA ALCALI LIBERI è indubbiamente più adatto all’igiene personale. Un sapone da toeletta extra deve avere ACIDI GRASSI intorno all’80% e una percentuale di GLICERINA VEGETALE.

Tutti questi “dettagli” sono identificabili con un’attenta lettura della lista INCI degli ingredienti di un sapone. Un altro metodo è ovviamente quello visivo e tattile: un sapone che alla luce – se bianco – diventa traslucido è sicuramente prodotto con grassi di buona qualità e se all’uso non secca la pelle, schiuma abbondantemente e non provoca arsura e prurito è altrettanto considerabile di buona fattura. Tutti i principi attivi aggiunti in fase di produzione concorrono ovviamente alla buona riuscita di un sapone, ma sono di complemento.

Inoltre tutti i prodotti Cibe laboratori sono in sintonia con l’etica animalista, in quanto prodotti senza test su animali (prodotto finito e materie prime secondo lo Standard Internazionale del 1998) e apprezzati dalle organizzazioni ecologiste

L’origine del Sapone risale al II secolo d.c.; la relativa scoperta viene attribuita ai Galli che lo usavano però come pomata per i capelli o per usi medicinali e non come detergente.

Tempi e luoghi di nascita dei Saponi duri e dei Saponi molli così come li conosciamo oggi sono poi differenti: i saponi molli hanno un’origine più antica rispetto a quelli duri e sono una produzione tipica dei paesi settentrionali, favorita dalla presenza di numerose industrie tessili. Quanto ai saponi duri, la tradizione ligure (riportata anche da testi francesi) vuole invece che a Savona la moglie di un pescatore abbia ottenuto per la prima volta il sapone in modo del tutto accidentale e “casalingo”, facendo bollire della lisciva di soda in una pentola contenente Olio di Oliva: il sapone è un “sale” che si ottiene dalla reazione chimica di un alcale (soda, potassa, calce) con un grasso (oli vegetali, minerali o animali).

Lo sviluppo dell’industria saponiera nelle città costiere del Mediterraneo (Savona, Genova, Venezia e Marsiglia) fu pertanto favorito dalla presenza di Olio di Oliva e di soda naturale ottenuta dalle Ceneri delle Piante Marine (e sostituita a partire dal 1792 dalla soda artificiale grazie al processo scoperto dal chimico francese Leblanc); le prime manifatture di sapone di soda si stabilirono quindi in Liguria e precisamente a Savona, dove la saponificazione divenne attività fiorente già nel XV secolo. Nel XVII secolo, a causa del blocco delle attività industriali italiane legato alle frequenti invasioni cui la penisola veniva spesso sottoposta, il primato nel commercio dei saponi passò ai francesi: Colbert, ministro di Luigi XIV (il re sole), chiamò gli esperti Saponieri Liguri e fece costruire fabbriche di Sapone a Tolosa e Marsiglia.

Da qui lo strettissimo legame che ancor oggi unisce il Sapone a Marsiglia, sebbene, come detto, le origini di questo nobile e antico prodotto della natura ci siano decisamente più vicine e poi… pensate sia un caso l’assonanza tra Savona e l’omologo francese di sapone “savon”?

Per la produzione vengono utilizzate basi di derivazione vegetale di primissima qualità ed Estratti vegetali quasi totalmente lavorati in sede utilizzando piante da raccolta spontanea della zona, oltre ad Oli Essenziali, Sali, Argille, Essenze di origine naturale e principi attivi naturali.

Leggendo la storia del sapone si capisce perché il termine Marsiglia è divenuto nei secoli sinonimo di Sapone e più genericamente di prodotto naturale per l’igiene personale e domestica.

Ma oltre al Sapone, Marsiglia richiama anche le fragranze tipiche della tradizione provenzale: la Citronella, la Lavanda, il Rosmarino e la Verbena. La Citronella, o meglio, l’Olio Essenziale di Citronella è infatti l’ingrediente aromatico principe di quello che veniva sino a qualche anno fa chiamato volgarmente “sapone da bucato” ed oggi invece giustamente riconosciuto come il detergente naturale per eccellenza, il Sapone di Marsiglia, consigliato da numerosi dermatologi per la pulizia personale dei soggetti intolleranti ai comuni saponi industriali. In realtà nel corso dei secoli la produzione del sapone ha subìto svariate modifiche, soprattutto nella scelta delle materie prime: gli alcali naturali derivati dalle piante marine sostituiti dalla soda Leblanc nel XVIII° secolo e soprattutto l’impiego di Oli Vegetali nobili e vergini, ricchi di proprietà come l’Olio di Oliva, di Cocco o di Mandorle boicottato dall’introduzione economicamente più conveniente degli oli e dei grassi rigenerati, resa possibile dalle nuove tecniche industriali.

Per quanto riguarda la nostra produzione di sapone c.d. Marsiglia utilizziamo come materia grassa solo Oli vegetali di primo impiego, che consentono di ottenere un sapone naturalmente bianco (nell’inci non compare quindi il titanium dioxide), leggermente traslucido, senza alcali liberi, con acidi grassi intorno al 78-80%. Per quanto riguarda il pH, il sapone tradizionale è naturalmente basico. Grazie alla sua alcalinità il sapone ostacola però la crescita di batteri e muffe, mentre i saponi sintetici (o syndet) solidi o liquidi che siano – e più propriamente definibili come tensioattivi – hanno un pH che può essere si stabilito dal formulatore, ma sono composti da basi più o meno aggressive per la cute che esercitano un’azione di gran lunga più sgrassante – ed irritante – del sapone tradizionale.